A Zonzo per Firenze, Italia
Come si sentono i Fiorentini
Mi accorsi che non ero l’unica ad avere la sciarpa avvolta fin sul naso e che durante l’inverno molti altri fiorentini escono liberamente dalle loro case approfittando della scarsa presenza dei turisti. È un piacere vederli circolare in bicicletta e non sui rumorosi motocicli Vespa, e benché siano eleganti come i milanesi, direi che hanno molto più stile.
Del resto, mi parve naturale: essendo nati nella città d’arte più importante d’Europa, non si distinguono soltanto per l’abbigliamento, ma in qualsiasi cosa facciano. Secondo alcuni sono dei gran vanitosi e la loro pretesa di essere i primi in tutto appare assurda. Quanto a loro, non soltanto non respingono le accuse, ma sostengono di appartenere a quella genìa di rampolli che non hanno alcuna intenzione di cedere la primogenitura a terzi. D’altro canto, la conservazione di tale patrimonio costituisce un onere finanziario non da poco.
Venezia è punteggiata di edifici color rosa, Roma di edifici color ocra, Napoli spicca per il rosso pompeiano, Firenze invece è priva di colori. Nel senso che la tonalità dominante è il grigio della pietra serena, un marmo poroso che incornicia le porte e le finestre, mentre le mura sono bianche (si veda per esempio la Loggia degli Uffizi) oppure di un giallo così tenue da sfumare nel bianco.
Un giorno parlavo con Willy, lo scultore inglese, e gli dissi che trovavo assolutamente noiosa questa pietra grigia. Lui sbuffò il fumo della pipa e mi suggerì di visitare la Piazza della Santissima Annunziata la prima volta che mi fossi recata a Firenze.
“Immagina di sostituire gli archi grigi con marmi policromi”, mi suggerì.
“Ben mi sta”, pensai trovandomi un giorno a Firenze e seguendo il suggerimento di Willy: la visione dei marmi policromi era tanto estranea allo stile della città quanto era ridicola la mia osservazione.
Firenze è l’unica città d’Italia che disdegni di ammaliare lo sguardo del visitatore. Gli edifici che non sono stati passati con la calce lasciano in bella vista la pietra di cui sono fatti. E a conferire un aspetto ancora più austero alle mura sono gli anelli di ferro che in epoca rinascimentale venivano utilizzati per legarvi i cavalli o per collocarvi le torce adibite all’illuminazione notturna. A tutto questo avrei dedicato molto più che uno sguardo frettoloso se la mia attenzione non fosse stata attirata dalle vetrine dei negozi, che in vista del Natale mi attraevano più di qualsiasi altra cosa.
I fiorentini non me li immaginavo appassionati di musica. Però mi domandavo se costruissero castelli in aria.
Memorie di viaggio dal libro: Un anno in Toscana