La Svizzera sul mare arabico, Oman, Medio Oriente

Il Sultanato di Oman ai miei occhi è veramente come la Svizzera proprio per il suo grande ordine. Le strade sono in perfette condizioni, anche nell’ entroterra. A Muscat, la capitale, il traffico è controllato, la gente è gentile e sempre sorridente e le ville in stile arabo-europeo sono tutte bianche come la neve. I giardini sono pieni di fiori nei colori blu, rosa e violetto e non c’è nessun petalo che non sia fresco e ben curato. Questa sintesi di fiori il viaggiatore la può ammirare nelle aiuole delle strade, dove un’armata di giardinieri è sempre intenta nella potatura.

Case intorno al palazzo del Sultano a Muscat, Oman - foto di Barbara Athanassiadis

Case intorno al palazzo del Sultano a Muscat, Oman - foto di Barbara Athanassiadis

Mi hanno detto che il Sultano Qabus ama molto i fiori da quando ha studiato  in Inghilterra, forse per questo c’è tanta attenzione alla presenza dei fiori lungo le vie della città. Le banche, i grandi edifici pubblici e gli uffici delle società hanno uno stile architettonico moderno che  assomiglia molto a quello mediterraneo. Vetrate immense e intonaci bianchi. La Grande Moschea, una delle più grandi della penisola arabica, è tutta costruita di marmo bianco dall’India, risplende sotto il sole forte e il tappeto, anche questo uno dei più grandi del mondo arabo, è fatto a mano in Iran.

Dhow tradizionali a Muscat, Oman

Dhow tradizionali a Muscat, Oman

D’altra parte la città vecchia di Muscat e il suo porto ti incantano perché tutto è piccolo, ed è imperniato della tradizionale architettura araba e del mistero che portano i luoghi dei commercianti che fin dai vecchi tempi navigavano sull’oceano indiano. Il color del mare è di un blu profondo che contrasta con le rocciose colline e la sabbiosa costa dove finisce il deserto. Entro la vecchia città e la moderna si trova la principale residenza del Sultano, color turchese, bianco e dorato dove intorno sono le ville dei ministri circondate da fiori e non da muri alti.

La mia guida, un beduino maestoso, ha studiato in Inghilterra ed è stato il primo cartografo del Sultanato. Mi ha incantato con le storie che mi raccontava sulla vita omanita che è cambiata totalmente negli ultimi decenni. Quando era ragazzo veniva dal suo villaggio nel deserto a Muscat con il cammello in carovana. Adesso visita il suo villaggio con una moderna jeep dove ci sono tanti bottoni automatici, sembra di essere nella cabina del comandante di un Airbus. Siamo andati a visitare il suo villaggio, tipico del deserto, circondato da enormi dune dove la sabbia è così fine da sembrare farina e abbiamo incontrato dei cammelli liberi nella loro passeggiata solitaria.

La scrittrice nella fortezza di Nizwa, vecchia capitale del Sultanato di Oman

La scrittrice nella fortezza di Nizwa, vecchia capitale del Sultanato di Oman

Prima di entrare nel deserto, si trovano le vecchie cittadelle omanite con le loro casbah, antichi forti, scuole coraniche e moschee di una bellezza tutta particolare. La maggior parte sono situate sulle montagne o entro  le vallate, protette nell’antichità dai nemici, e quando si traversano queste montagne si arriva al confine con l’Arabia Saudita, dove comincia l’immensità del deserto e dove pochissimi uomini sono riusciti nell’impresa di percorrerlo tutto. Si chiama il “Quartiere Vuoto” ed è il deserto più grande del mondo.

La prima nave omanita che ha navigato verso l'oceano Indiano. Rotatoria a Muscat, Oman - foto di Barbara Athanassiadis

La prima nave omanita che ha navigato verso l'oceano Indiano. Rotatoria a Muscat, Oman - foto di Barbara Athanassiadis

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Barbara Athanassiadis