Il Palazzo Reale di Jaipur, India
Davanti c’era il Hawa Mahal, il celebre Palazzo dei Venti, l’emblema di Jaipur con la sua facciata color rosa che tutti scorgono dal viale alberato. In essa si aprono oltre novecento finestrelle, dalle quali le donne del palazzo potevano guardare il movimento del mercato senza che nessuno potesse vederle. L’ingresso era vietato agli uomini mentre per le dame di corte quello era il massimo dei divertimenti.
Il palazzo è tutto rosa, pieno di cupole e di archi a volta, messi in evidenza da sottilissime linee bianche e da meravigliose porte scolpite di bronzo o di legno, mentre le sale aperte al pubblico presentano pareti affrescate con raffinati dipinti. L’ambiente più straordinario è il salone blu, dentro il quale si ha l’impressione di sognare. Gli appartamenti privati sono chiusi al pubblico e sono appannaggio esclusivo dell’attuale maharaja di Jaipur, un ragazzino di appena tredici anni.
Di fronte all’ingresso centrale, dove si trovava il custode con gli ampi baffoni, c’era un padiglione anch’esso rosa, adibito un tempo ad ambiente per le udienze private, in cui erano esposti i due vasi di argento purissimo, ciascuno grande quanto una microscopica stanza, alti un metro e sessanta, che nel 1901 il pio maharaja Sawai Madho Singh II aveva portato con sé in Inghilterra per l’incoronazione di Eduardo VIII, affinché anche potesse bere tutti i giorni l’acqua del Gange. I vasi, che sono i più grandi del mondo, sono compresi nel Guinness dei Primati.
Memorie di viaggio dal libro L’ INDIA e il mio giardino persiano