Costa Azzurra, Francia

Costa Azzurra! Da piccola era il mio sogno e quando sono diventata grande ho avuto la possibilità di conoscerla. Cap-Martin, Cap-Ferrat, Cap-d’Antibes: si tratta di tre penisole protese verso il mare che costituiscono uno dei paesaggi più belli del Mediterraneo, costellato di giardini esotici e di ville leggendarie e segnato dalle storie degli eccentrici viaggiatori che l’hanno frequentato.

Mi riferisco, per esempio, a due anziane imperatrici che solevano passeggiare in mezzo alle aiuole del Grand Hotel di Cap-Martin, alla fine dell’Ottocento: Elisabetta d’Austria, l’instancabile viaggiatrice dall’animo malinconico, con la sua figura magra e slanciata, ed Eugenia, la vedova di Napoleone III, ormai imbolsita. Un tempo avevano rivaleggiato in bellezza, adesso invece si scambiavano confidenze sul passato che ovviamente non riguardavano soltanto la politica. A unirle era il dolce inverno della Riviera.

Hôtel du Cap-Eden-Roc a Cap-d'Antibes, Costa Azzura

Hôtel du Cap-Eden-Roc a Cap-d'Antibes, Costa Azzura

Sulla terza penisola, Cap-d’Antibes, Scott e Zelda Fitzgerald vissero la loro fragile felicità consumando alcol in quantità. Scott scrisse Tenera è la notte ammirando il mare dalla finestra spalancata sul golfo. Zelda, in preda all’ebbrezza e illuminata dalla luce della luna, gridò per invitarlo a tuffarsi con lei da scogli alti persino dieci metri. Il salto nel vuoto, già pericoloso di giorno, di sera equivaleva a un suicidio.

Al centro si trova Cap-Ferrat, l’angolo più chic del Mediterraneo. Qui sorgono le ville più belle del mondo, nascoste da giardini da sogno, che tuttavia conservano un tono discreto, perché l’ostentazione della ricchezza è considerata di cattivo gusto. Questo è il feudo di un pugno di miliardari che vivono in superbo isolamento, è la Svizzera della Costa Azzurra. Qui si dimenticano le star del cinema che sfilano sulla Croisette di Cannes, così come la non lontana Monte Carlo, considerata il simbolo stesso dell’ostentazione. Se al mondo esiste un luogo in cui la discrezione, la tranquillità e la bellezza si fondono in un tutto di squisita eleganza, direi che è proprio questo.

Cap-Ferrat, Costa Azzura

Cap-Ferrat, Costa Azzura

Qui tutto si trova al posto giusto, studiato alla perfezione, tuttavia non è assente neanche la sostanza, ossia l’elemento che coniuga la naturalezza con il fascino. Vediamo dunque gli scogli biancheggianti, i classici pini mediterranei, le palme e i marciapiedi elicoidali ornati da aiuole fiorite, oggetto della cura di un esercito di giardinieri, che si preoccupano di non farne appassire mai i petali.

Su tutto svetta quello che è il fiore all’occhiello della penisola, la villa rosa della baronessa Βéatrice Ephrussi de Rothschild, dove non manco mai di recarmi quando visito la Costa Azzurra, in primavera. La baronessa-mecenate, oltre che una raffinata collezionista, era anche piuttosto incontentabile, tanto che durante i cinque anni che occorsero per l’edificazione della villa, cambiò ben dodici architetti!

La Villa Ephrussi de  Rothschild in Cap-Ferrat, Costa Azzura

La Villa Ephrussi de Rothschild in Cap-Ferrat, Costa Azzura

Secondo me, sapeva con precisione quello che voleva: dal momento che era molto eccentrica, desiderava che i giardini somigliassero alla prua di una nave (a destra e a sinistra c’è il mare) e così impose ai giardinieri di indossare un berretto blu con il pon-pon rosso.

La camera da letto e un abito del XVIII secolo di Béatrice Ephrussi de Rothschild

La camera da letto e un abito del XVIII secolo di Béatrice Ephrussi de Rothschild

Da vera adoratrice del Settecento qual era, riceveva i suoi ospiti  agghindata da Maria Antonietta e mi domando se era così che salutava il suo vicino, Théodore Reinach, proprietario della Villa Kerylos di Beaulieu, un archeologo che adorava l’antica Grecia e riceveva gli ospiti indossando un chitone.

Si trattava di un’epoca straordinaria. Mi riferisco ai primi del Novecento, allorquando la Costa Azzurra, priva di un’estetica definita, abbracciò gli stili architettonici più disparati: il neo-gotico, quello rinascimentale italiano e della Belle Époque, quello veneziano, quello arabo-ispanico, ma anche quello della tipica dacia russa dal momento che i sudditi dello zar solevano svernare sulla Riviera per goderne l’incanto del clima.

La Costa Azzurra continua a essere un luogo leggendario. La sua leggenda tuttavia non è stata creata dalla grande Storia, ma dalle piccole storie di quei primi, eccentrici estimatori che si innamorarono della natura, del mare e del sole di questa zona trasformandone le scogliere scoscese in piccoli paradisi terrestri affacciati su un panorama meraviglioso. Sono stati loro a fare della Riviera quello che è ancora adesso: uno dei luoghi di villeggiatura più belli del mondo.

Viaggi con i miei libri in italiano

Barbara Athanassiadis