All’Hôtel du Palais a Biarritz, Francia
Quando non ero una brillante viaggiatrice
La prima volta che mi sono trovata in un albergo da sola, fu durante il soggiorno all’Hôtel du Palais a Biarritz ed avevo 17 anni. Era Giugno e dovevo dormire una sola notte, poiché ero di passaggio, mi stavo recando nei Paesi dei Baschi in Spagna, lì sarei rimasta tutta l’estate per perfezionare il mio spagnolo. Essendo ancora un’ adolescente, la mia famiglia aveva organizzato questo viaggio nei minimi dettagli ed io dovevo solamente leggere con molta attenzione le loro istruzioni. Di quella notte ho un ricordo importante.
Appena arrivata da Parigi con il treno nel tardo pomeriggio a Biarritz, il direttore del’Hôtel du Palais mi aveva accolto con estrema gentilezza, riservandomi una tavola per la cena con un delizioso menu per farmi sentire a casa e prenotato una camera con vista sull’oceano atlantico. Ricambiavo tanta cortesia con un semplice “grazie” pieno di rispetto e sorridendo timidamente.
E nonostante il mio impulso fosse quello di saltare la cena e precipitarmi in camera per contemplare il tramonto dal terrazzo, che mi era stato descritto come unico e straordinario, decisi di non farlo, poiché sulle istruzioni della mia famiglia, a cui mi dovevo attenere scrupolosamente era ben scritto: Cena alle 20.30 e non scamparla!!! Per fortuna non era indicata la durata del mio pasto, così lo consumai in pochi istanti. Il mio pensiero era solo al tramonto che avrei goduto dalla mia stanza, appena trangugiato qualche boccone scappai in camera. Era la prima volta che potevo ammirare l’Atlantico in quel modo e fremevo dal desiderio.
Appena arrivata in camera il mio entusiasmo fu interrotto, poiché la porta non si chiudeva perfettamente, così ebbi paura che i ladri durante la notte potessero entrare e rubare i tesori custoditi nelle mie valigie, ero terrorizzata.
Quali tesori? Tesori grandissimi per me ovvero qualche quaderno, delle matite, una mappa, due libri in spagnolo e cioccolatini svizzeri che porto sempre con me in viaggio.
Pensai perciò di barricarmi dentro e così feci, trascinai la scrivania davanti alla porta, su di essa misi la sedia e sopra la sedia il paralume della scrivania, una piramide che al minimo cenno avrebbe prodotto un tale rumore da svegliarmi o spaventare l’ipotetico ladro. Orgogliosa della mia geniale trovata, ammirai per qualche istante ciò che avevo fatto e subito dopo serena persi lo sguardo in quell’incantevole tramonto che via via sfumava in una bellissima notte illuminata dal Faro di Biarritz e dalla luna piena.
Dopo un po’ però avvertii un certo languore e così decisi di chiamare il servizio in camera per ordinare una deliziosa crème caramel. Il cameriere giunto davanti alla mia porta, vedendola leggermente aperta prima bussò, poi non ricevendo risposta (io ero presa dai miei sogni ed ero in terrazza) delicatamente cercò di entrare, senza sapere che dietro la porta c’era la mia piramide di mobili, immediato il crollo e il frastuono….il cameriere terrorizzato si diede alla fuga, mentre io corsi alla porta per fermarlo e scusarmi. Dopo decisi di chiamare il direttore e spiegare il mio comportamento.
Il direttore mi chiese, perché non l’avessi avvisato e la mia candida risposta fu un semplice:
“Non volevo disturbarla” .
Questo episodio lo ricordo spesso, da qui capii che oltre al “grazie” avrei dovuto usare il “per favore” e così da allora, ovunque vado e con qualsiasi popolo, tribù o categoria di persone mi trovo, so bene che davanti ad un problema occorre chiedere, per ottenere una rapida ed efficace soluzione.
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